Lussazione della spalla: cosa fare?


Si parla di lussazione della spalla quando la testa dell’omero, l’osso del braccio, si sposta dalla sua posizione naturale, che si trova all’interno di una cavità sulla scapola chiamata glena. La lussazione può manifestarsi anteriormente, che è più comune, o posteriormente, che è un’evenienza più rara.

Per comprendere meglio questa patologia, ne parliamo con il dottor Giovanni Leo, ortopedico specialista nel dolore di spalla di Spallaonline.

Quali persone sono più a rischio di lussazione?

Chiunque pratichi sport che comporta traumi da impatto o cadute, come il calcio, la pallacanestro e il judo, è a rischio di lussazione della spalla, specie in presenza di una predisposizione congenita, come la lassità articolare, o di una storia di sub-lussazioni pregresse, che possono aumentare il rischio di questo tipo di infortunio. 

Durante una caduta, infatti, è possibile che si verifichi una dislocazione dell’articolazione scapolo-omerale, soprattutto quando si cade con il braccio lontano dal corpo. Dopo questa lesione, è comune che si sviluppi un’instabilità della spalla o episodi ricorrenti di lussazione, anche a seguito di traumi relativamente lievi.

Quali sono le cause e i sintomi delle lussazioni della spalla?

Nella maggior parte dei casi, le cause delle lussazioni della spalla sono di natura traumatica. Gli impatti violenti o le cadute con il braccio distante dal corpo rappresentano le situazioni più comuni in cui si verifica questo tipo di infortunio. Inoltre, la presenza di una iperlassità della capsula articolare e dei legamenti possono essere ulteriori fattori predisponenti la lussazione di spalla, anche in assenza di traumi violenti.

La lussazione della spalla, come in tutte le lussazioni, è molto dolorosa. In questi casi, poiché la meccanica dell’articolazione è danneggiata, al paziente è pressoché impossibile eseguire qualsiasi movimento che coinvolga il braccio o la spalla stessa.

Cosa fare in caso di lussazione di spalla?

La lussazione di spalla non è un evento banale, e richiede sempre una valutazione specialistica con un ortopedico esperto di spalla allo scopo di verificare o escludere eventuali lesioni delle strutture ossee, tendinee o legamentose. In alcuni casi, potrebbe essere sufficiente la visita ortopedica meglio se accompagnata da una prima valutazione ecografica dinamica  sebbene il medico potrebbe consigliare esami di imaging come la risonanza magnetica o la TC della spalla per identificare eventuali fratture, perdite ossee o lesioni tendinee.

Quali sono i trattamenti per la lussazione di spalla?

La prima e più urgente azione da intraprendere in caso di lussazione di spalla è la riduzione manuale della lussazione che deve essere effettuata esclusivamente da un medico o da personale qualificato, meglio se in sedazione per evitare ulteriori danni e ridurre il rischio di danni ai nervi e ai vasi sanguigni. 

Il medico, dopo il riposizionamento della spalla nella sua posizione corretta, in genere,  immobilizza l’arto con l’ausilio di un tutore per permettere alle strutture muscolari e tendinee danneggiate di guarire, a cui segue un periodo di riabilitazione dedicato principalmente al rinforzo della muscolatura stabilizzatrice della spalla e al recupero propriocettivo. Nei casi di lussazioni ricorrenti, potrebbe essere valutata l’opzione chirurgica come soluzione definitiva.

Dopo quanto tempo si può riprendere a fare sport?

Nei casi in cui le terapie conservative abbiano avuto successo, il periodo di ripresa graduale dell’attività sportiva è di circa 8 settimane. Tuttavia, se è necessario effettuare l’intervento chirurgico, il recupero completo può richiedere fino a 5-6 mesi di pausa. 

Si può prevenire la lussazione della spalla?

Sì, esistono misure preventive efficaci. Gli esercizi di rinforzo dei muscoli della cuffia dei rotatori, dei muscoli di stabilizzazione – coordinazione scapolare, di rinforzo delle capacità propriocettive di reazione della spalla sono particolarmente utili per coloro che presentano lassità articolare o che praticano sport che espongono l’articolazione a sollecitazioni continue e richieste elevate di mobilità articolare. Inoltre, per prevenire lesioni traumatiche, è consigliabile mantenere il braccio il più possibile vicino al corpo durante le cadute.

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